Rassegna stampa



Anche Osio Sopra è cablata da Planetel

ECO DI BERGAMO
8/03/2019

A Osio Sopra è Planetel a «firmare» la fibra ottica

Anche a Osio Sopra è arrivata la fibra ottica, che permetterà a cittadini e imprese di navigare veloce e in modo conveniente. La rete e il servizio sono della bergamasca Planetel, società indipendente di telecomunicazioni con sede a Treviolo, con oltre 20 anni di esperienza nel settore. Sono ormai oltre 60 i comuni in provincia che possono usufruire di questa tecnologia, con una connessione internet ultra veloce e conveniente, fino a 100 mega al secondo per i privati e fino a 1 giga per le imprese. Planetel porterà la fibra ottica in altri comuni dell’hinterland di Bergamo, della Valle Brembana, della Valle Imagna e dell’Isola Bergamasca.

«Ormai una connessione internet moderna è indispensabile per lavorare, studiare e vivere il tempo libero» ha spiegato l’amministratore delegato di Planetel, Bruno Pianetti. «Abbiamo coperto una buona parte dei comuni in provincia di Bergamo e tanti paesi sulla Gardesana, da Desenzano fino ad Affi, e la Valpolicella – racconta il direttore commerciale, Aurelio Bertocchi – Stiamo continuando a completare il cablaggio di tutte queste aree di forte interesse economico, ma parzialmente dimenticate dai grandi operatori che si sono concentrati sulle città»

 

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Le imprese di Planetel si raccontano

Speciale Imprese Bergamo
1/11/2018

Connessione fibra

La maggiore età la raggiungerà soltanto nel 2019. Ma nei suoi primi diciassette anni di vita Planetel non è certo stata con le mani in mano e la “maturità” l’ha pienamente raggiunta. Per comprendere le origini dell’azienda di Treviolo occorre fare un passo indietro: era il 1985 quando Bruno Pianetti, con altri soci, fondò la SITIS (Società Impianti Telefonici Interni Speciali). Da questa realtà capostipite, nel corso degli anni sono nate altre società, fra cui appunto Planetel, di cui oggi Pianetti è amministratore delegato: il nome è un gioco di parole tra il cognome del fondatore e il termine telecomunicazioni. Il Gruppo SITIS si compone quindi dell’azienda Trifolio (specializzata nell’office automation), della Servizi Internet (sviluppa e gestisce servizi cloud) e della stessa SITIS (impresa che propone infrastrutture nel campo della telecomunicazione e della telematica). Stiamo parlando di una media impresa capace di mettere in evidenza numeri non indifferenti: il Gruppo SITIS ha un fatturato consolidato di 20 milioni di euro, con ben 130 dipendenti e collaboratori. A far arrivare così in alto Planetel e il Gruppo SITIS è stato Bruno Pianetti: ad accendere la fiamma della passione per questo settore fu lo zio installatore per conto di Telecom, seguita da un diploma all’Esperia in telecomunicazioni, conseguito all’inizio degli anni ottanta. In principio la specializzazione del gruppo riguardava unicamente il cablaggio degli edifici delle aziende, poi grazie alla liberalizzazione l’offerta è stata integrata con tutti i di servizi di telecomunicazione alle imprese: cabling, networking, servizi voce, gestione del voip, connettività a banda ultralarga, servizi in cloud. Ma di che cosa si occupa oggi Planetel? «L’azienda è attiva in tutto il Nord Italia con soluzioni a 360° improntate all’innovazione e alla qualità, con offerte complete che spaziano dal networking alla connettività in fibra ottica e tutto quanto serve alle Imprese per essere innovative nel mercato tecnologico odierno. Nel corso degli anni – spiega Pianetti – abbiamo integrato i nostri servizi per le grandi, medie e piccole aziende estendendo in seguito il nostro business anche al mercato residenziale». Per fare tutto ciò Planetel e il Gruppo SITIS si avvalgono di professionisti specializzati e certificati: «Le aziende si rivolgono a noi per avere un fornitore unico. Grazie alle ampie competenze garantiamo un alto livello di qualità dei servizi e allo stesso tempo vicinanza al cliente – continua l’amministratore delegato – Molti dei nostri collaboratori sono in azienda da tanti anni e questo fattore assicura ai nostri clienti un punto di riferimento solido in termini di competenza ed affidabilità. Inoltre, le nostre soluzioni offrono la possibilità di disporre di servizi evoluti con un contenimento dei costi perché ottimizziamo con la tecnologia l’integrazione fra la parte IT, i servizi in Cloud e quella di fonia tradizionale». La storia recente di Planetel parla di pose di dorsali in fibra ottica molto importanti: complessivamente sono 60 i comuni cablati. «Abbiamo coperto una buona parte dei comuni in provincia di Bergamo, così come tanti paesi sulla Gardesana, da Desenzano fino ad Affi, e la Valpolicella – prosegue – Stiamo continuando a completare il cablaggio di tutte queste aree di forte interesse economico, ma parzialmente dimenticate dai grandi operatori che si sono concentrati sulle città, dove c’è una maggiore concentrazione di opportunità, lasciando libere zone in cui esistono tante PMI, aziende che necessitano di essere comunque competitive sul mercato». E l’opera di cablaggio prosegue: nei prossimi mesi la fibra arriverà anche in molti Comuni dell’hinterland di Bergamo, della Val Brembana, della Valle Imagna e dell’Isola bergamasca. A concludere è di nuovo Bruno Pianetti: «Per il futuro mi auspico di consolidare la nostra posizione di punto di riferimento sul territorio in cui operiamo. Inoltre vorrei avere un’azienda presente da Milano a Venezia e stiamo lavorando sul marchio per farci conoscere sempre di più».

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A San Paolo arriva la fibra ottica veloce di Planetel

Araberara
12/10/2018

Il futuro in paese con la fibra ottica veloce

Tra poco anche i sampaolesi navigheranno veloci sul web: sono in corso i lavori per la posa della fibra ottica in tutto il paese. Il servizio è totalmente made in Bergamo: la rete è installata e gestita da Planetel, società di telecomunicazioni con sede a Treviolo e con oltre 20 anni di esperienza nel settore. Non siamo i soli a poter usufruire di questa innovazione: solo nella nostra provincia sono oltre 30 i comuni serviti, tra cui Cenate Sotto, Gorlago, Montello, Trescore Balneario e presto anche Albano Sant’Alessandro e Torre de’ Roveri. Oltre alla posa della fibra, i lavori comprendono l’installazione dei nuovi “armadi”, le centraline che fanno da punti di collegamento con le abitazioni e le attività commerciali. Un servizio pubblico così importante al giorno d’oggi per cittadini e imprese, che l’amministrazione comunale ha infatti fin da subito accolto con interesse ed entusiasmo. Tutti così potranno disporre di una connessione internet ultra veloce, fino a 100 mega al secondo per i privati e fino a 1 giga per le imprese, oltre che conveniente: per i privati i costi di attivazione sono gratuiti e vengono proposte soluzioni adatte alle specifiche necessità delle imprese. Planetel è una importante azienda del territorio che si pone anche l’obiettivo di colmare il cosiddetto digital divide, il divario tra chi può accedere e utilizzare le nuove tecnologie di comunicazione e chi ne è escluso. L’attenzione della società bergamasca è rivolta in particolare e sopratutto a cittadini e imprese dei comuni della provincia, spesso ignorati dai grandi operatori. Questo tipo di connessione può essere utilizzata anche per le aree pubbliche, come i parchi, attraverso un accesso wifi veloce ed efficiente, e dalle associazioni di solidarietà o sportive, attraverso convenzioni particolari che sono state già avviate in molti comuni serviti. Essendo un’impresa locale, Planetel garantisce un servizio di assistenza dedicato con operatori qualificati e gestito direttamente dalla sede di Treviolo, potendo così fornire un supporto tecnico e commerciale sul posto in tempi rapidi. Con l’espansione sul territorio, inoltre, il servizio clienti è stato potenziato, ora disponibile sette giorni su sette dalle 8.00 alle 21.00 (numero verde 800.608308). Per verificare la copertura del proprio indirizzo e la velocità effettiva di navigazione è online il sito www.fibra.planetel.it. Per chi invece preferisce un contatto diretto e prenotare il servizio è possibile rivolgersi al negozio convenzionato E.L.T.A. in via Nazionale 8 a San Paolo D’Argon.

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Dopo un anno, Aruba vuole già espandersi

BergamoPost
28/09/2018

Aruba si espande

La fine della Legler è una ferita aperta che si sta rimarginando. Dopo quasi vent ’anni di difficoltà e timori, si sta aprendo una fase nuova di crescita

Nell’ex fabbrica tessile 200 mila metri quadri spettrali, che hanno iniziato a rifiorire con il nuovo data center. Cento dipendenti e si cerca nuovo personale

Il decennio che ha preceduto lo sbarco dell’azienda informatica Aruba a Ponte San Pietro è stato pieno di incognite, timori, perplessità. Rassegnarsi al lento declino della Legler, che a partire dal 1875 aveva segnato in maniera indelebile la storia del paese, non è stato semplice.

«Questa vicenda per noi ha rappresentato una ferita profonda», conferma il sindaco Marzio Zirafa. Per i residenti, d’altronde, quell’insediamento produttivo che si affacciava sul Brembo era un punto di riferimento. Quasi tutte le famiglie nei dintorni di Ponte hanno lavorato o hanno un parente che ha prestato servizio nel cotonificio. Quando la famiglia svizzera Legler decise di traghettare Ponte San Pietro in un’era moderna attraverso la sua attività all’avanguardia, l’area circostante era pressoché deserta. Erano gli anni dell’industrializzazione e dello sviluppo demografico e quel punto strategico pareva perfetto per insediare un nuovo stabilimento. Da un lato c’era il fiume Brembo che, con la costruzione quasi contestuale della diga e della centrale, rappresentava un importante fattore energetico. Dall’altro l’autostrada, che consentiva un raccordo rapido verso il capoluogo milanese, il più grande centro commerciale e produttivo italiano.

E poi c’era la stazione ferroviaria. Per 150 anni i telai della Legler hanno filato metri e metri di stoffa per jeans, distribuendo occupazione nella provincia di Bergamo. All’inizio del Novecento la ditta impiegava 1.600
operai, utilizzava 32 mila fusi e 1.200 telai. Nel frattempo la famiglia Legler aveva fondato la scuola svizzera di Ponte San Pietro, aveva avviato i lavori per la costruzione del primo nucleo di case operaie e, nel 1901, aveva favorito la nascita della Cooperativa di consumo Legler. Nel 1919 la denominazione sociale diventava Cotonificio Legler S.A. Nonostante una congiuntura economica non sempre favorevole, soprattutto nel periodo dei due conflitti mondiali, lo stabilimento ha risposto positivamente diversificando la gamma produttiva e puntando su articoli finiti di qualità, dai velluti «splendor, riviera e diamante» al famoso «madapolan» passando per flanelle e fustagni.

Dagli anni Cinquanta iniziarono i primi contatti internazionali: Givenchy, Pierre Cardin, Cappucci e Veneziani sono soltanto alcuni dei celebri sarti che hanno collaborato con la Legler. Ma i gusti dei consumatori in fatto di moda, si sa, sono effimeri e volubili. L’azienda ha dovuto inseguire di continuo le nuove tendenze puntando sull’efficienza di vendita, sulla massima standardizzazione della produzione unita a una grande diversificazione. Venivano creati nuovi canali commerciali come ad esempio la Vestro e la Prenatal. A partire dagli anni Settanta, si è iniziata la produzione di tessuti per il tempo libero e, dal 1973,
del denim.

L’impresa, che nel frattempo aveva assunto la denominazione Legler Industria Tessile Spa, sentiva però
la costante concorrenza dei nuovi produttori internazionali. Alla fine degli anni Ottanta, la società è stata ceduta al gruppo Polli e, nel settembre 1995, è stata incorporata nella nuova Legler Spa. Piano piano l’azienda ha dovuto rassegnarsi a un lento declino e all’inevitabile tracollo del 2007, quando gli ultimi proprietari della Texfer hanno dichiarato fallimento.
Per quasi un decennio i cittadini di Ponte San Pietro sono diventati spettatori passivi di uno scenario spettrale con file di villette a schiera che si affacciavano sull’enorme buco nero post-industriale della Legler.
A risollevare le sorti di quell’area immensa a rischio degrado ci ha pensato Aruba Spa. Il 22 agosto 2016 il colosso informatico della famiglia Santini-Cecconi ha ottenuto dal Comune di Ponte i permessi necessari per avviare il cantiere di riqualificazione. Il 5 ottobre 2017 ha così inaugurato il primo lotto del più grande data center campus d’Italia. La parte sistemata corrisponde a 40 mila metri quadrati sui complessivi 200 mila (di cui 84 mila di capannoni).

L’obiettivo è completare la riqualificazione dell’area in un arco di tempo che va dai cinque ai dieci anni.
Un traguardo legato a doppio filo alle richieste dei clienti, sempre più interessati all’out-sourcing completo dell’infrastruttura It per rendere più agile la gestione del business. Il Global cloud data center di Aruba è una struttura dotata delle più moderne tecnologie e garantisce massimi standard di sicurezza e di efficienza energetica utilizzando un impianto di raffreddamento geotermico ad alta efficienza, energia che proviene da fonti rinnovabili, una centrale idroelettrica e impianti fotovoltaici. Fondata nel 1994 a Bibbiena di Arezzo, Aruba è diventata nel giro di pochi anni un punto di riferimento in termini di posta certificata Pec, fatturazioni elettroniche, smart card e registrazioni di domini internet. Un colosso del web che funziona anche grazie alla banda ultralarga di Planetel, la società di Treviolo che ha cablato in fibra ottica 50 comuni della Bergamasca e del Veronese.

A un anno esatto dall’inaugurazione della prima delle cinque palazzine, le richieste dei server hanno già superato le aspettative e Aruba – che è proprietaria dell’intero comparto ex Legler e ha trasferito la sua sede legale in via San Clemente – si è messa in contatto con il sindaco Marzio Zirafa per un ampliamento.
Nel frattempo il numero dei dipendenti supera il centinaio e le selezioni di personale sono sempre in corso: in vista dell’ingrandimento del data center, sul sito Aruba sono già disponibili 14 posizioni aperte solo a Ponte San Pietro. Con un accordo raggiunto tra l’amministrazione comunale, Aruba Spa ha deciso di finanziare integralmente anche la realizzazione dell’illuminazione permanente del tratto di fiume Brembo tra la passerella e via Roma per valorizzare uno scorcio suggestivo del centro storico.

 

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Planetel: la fibra di chi mantiene quel che promette

BergamoPost
7/09/2018

Planetel Fibra Veloce

La società di Treviolo in forte crescita. Ha già cablato quaranta paesi in Bergamasca e mezzo lago di Garda

«Conosco Pianetti davent ’anni e fino a cinque annifa ero amministratore di un’azienda concorrente. Per un problema causato da un fornitore rimanemmo senza un servizio essenziale, rischiando il patatrac. Decisi di chiamare Pianetti e gli chiesi una mano. Lui ascoltò e mi fece: “Vieni su, carica tutto il materiale che ti serve e sistema tutto”. Aveva i miei clienti senza servizio e non ne approfittò».

Sono parole di uno dei principali collaboratori e descrivono bene la personalità di Bruno Pianetti, fondatore della Planetel. Pianetti ha 55 anni, è sposato e padre di due figli di 19 anni e 16 anni. Nato a San Pellegrino, aveva vent’anni quando iniziò a lavorare nel mondo delle telecomunicazioni. Ad appassionarlo a quel
settore fu uno zio installatore per conto di Telecom (il padre, invece, lavorava alla San Pellegrino), tanto da iscriversi e diplomarsi all’Esperia in telecomunicazioni nell’82.

Quattro anni dopo, con altri soci, fondò la Sitis (Società Impianti Telefonici Interni Speciali). Col tempo gli altri hanno cambiato strada, mentre la Sitis, che aveva quattro soli dipendenti, ha continuato
a crescere, dando vita ad altre aziende. Tra queste, la più nota è Planetel, e il gruppo dà lavoro a più di 130 persone e fattura venti milioni di euro.

Come è nata Planetel?

«Sitis installava solo l’impianto telefonico. Oggi invece realizziamo soluzioni complete IT compreso il cablaggio strutturato per un edificio, che siano computer, telefoni, telecamere; garantiamo manutenzione e anche sicurezza, oltre che la realizzazione di impianti all’interno di aziende o campus. Planetel, nata nel 2000, offre alle aziende un servizio completo. In pratica, Sitis si occupa di tutto ciò che serve all’interno, mentre Planetel gestisce i servizi per parlare all’esterno, quindi la linea internet, la linea telefonica, il web, i servizi di posta elettronica».

Cosa vuol dire Planetel?
«È un gioco di parole tra il mio cognome e “telecomunicazioni”».

Le altre aziende?
«Una si chiama Trifolio e offre l’office automation, come ad esempio i fotocopiatori multifunzioni connessi alla rete. Poi abbiamo Servizi Internet, azienda acquisita qualche anno fa, che sviluppa e gestisce servizi in cloud, per cui siti web, posta elettronica, spazi di archiviazione in data center ».

Hanno tutte sede a Treviolo?
«Le sedi legali sì. La Servizi Internet ha però gli uffici operativi a Brescia. Il valore di queste aziende
sono però le persone. E sono tutte aziende in ascesa, in particolare Planetel che cresce del 20 per cento all’anno.»

Chi è il suo maggior concorrente?
«Tutte le società di telecomunicazioni. Nel nostro piccolo ci stiamo ponendo sul mercato con il migliore approccio professionale: cerchiamo di avere un rapporto diretto e continuativo col cliente e tendiamo a essere per lui l’unico riferimento per la linea, i telefoni, i computer, la rete: così si semplifica tutto»

Siete più o meno convenienti rispetto ai grandi operatori?
«Siamo allineati. Diciamo che possiamo costare il cinque per cento in più o in meno. Ma l’approccio col cliente (e secondo me la qualità del servizio) è diverso: noi facciamo tutto col nostro personale, i grandi operatori fanno tutto subappaltando. Oggi lei parla con un loro venditore, ma probabilmente fra sei mesi ce ne sarà un altro e quando avrà bisogno di manutenzione arriverà un terzo che ha preso il subappalto. E così via».

Servite solo aziende o anche privati?
«Ci rivolgiamo principalmente alle aziende. Dal 2016 però abbiamo iniziato a posare i cavi in fibra ottica in Bergamasca, il che vuol dire fare un’attività mirata zona per zona e via per via. A quel punto, per ottimizzare i costi, abbiamo aperto i nostri servizi anche ai privati. Abbiamo creato un canale online di vendita e in due anni oltre duemila privati si sono collegati alla nostra rete. È una sfida dura ma stimolante visto che il privato è bombardato dalle pubblicità di Tim, Fastweb, Vodafone…»

Come operate sul territorio?
«Scegliamo un Comune alla volta, presentiamo alle amministrazioni i disegni e un piano di lavoro. Tutti quelli che offrono i servizi come i nostri dicono che cableranno ma poi ritardano i lavori. La nostra rete è nata dicendo “visto che i grandi operatori non si muovono, proviamo a realizzarla noi e poi vediamo i riscontri”».

E che cosa avete visto?
«Abbiamo cominciato da Treviolo, poi Lallio, tutta Dalmine, la tangenziale sud. E ancora: Cologno, Azzano, Zanica, Comun Nuovo, Urgnano, Grassobbio, Cavernago, Calcinate, Brembate, Cenate Sotto, Cenate Sopra e
altri. I riscontri sono stati molto positivi e questo fattore ci ha incoraggiato a procedere con gli investimenti. Oggi i paesi cablati da noi sono una quarantina e intendiamo proseguire con il piano di sviluppo anche nei prossimi anni».

Scusi, ma non è quello che adesso Open Fiber farà in tutta la bergamasca?
«Da due anni dicono che lo faranno entro due anni. Il progetto di OpenFiber nasce da una volontà politica. Ma trasformare in realtà l’a mbizione di cablare tutta Italia in quattro o cinque anni è irrealizzabile. Non esistono le forze per poterlo fare né fisicamente né economicamente».

Non siete presenti a Bergamo città?
«Lì usiamo la rete degli operatori nazionali. Non ha senso per noi andare nelle città dove
sono già arrivate le grandi compagnie telefoniche. Il nostro business resta legato alle aziende e a Bergamo città ce ne sono poche».

Se ne raccontano tante di balle in questo settore?
«Alcuni operatori spesso fanno girare la voce che in una certa zona c’è la fibra. In realtà non c’è ancora, ma poiché prima o poi la porteranno, loro cominciano a costruirsi la rete commerciale. Uno firma un contratto pensando che la fibra ci sia e invece in piccolo c’è scritto che, se al momento ancora non c’è, loro possono attivare una diversa offerta. Questo modo di operare è stato spesso sanzionato da Agicom. Più che balle, quindi, il vero problema nel nostro settore sono le comunicazioni fuorvianti».

Siete andati anche oltre i confini bergamaschi?
«Sì, abbiamo cablato tutta la sponda veronese del lago di Garda, la Valpolicella e i paesiintorno a Bussolengo. Per noi portare i servizi è l’inizio, ma il nostro obiettivo primario non è solo vendere un servizio in fibra ottica, bensì offrire al cliente tutto il resto, dal centralino virtuale allo sviluppo tecnologico in generale».

Dove vuole arrivare?
«Ad avere un’azienda presente da Milano a Venezia, dove cominciamo a esserci. Stiamo lavorando sul marchio per farci conoscere e abbiamo anche una rete radio che copre tutto il territorio. A differenza degli altri, però, non è il cliente a venire da noi, ma il contrario».

Porta avanti tutto lei da solo?
«Per ogni attività e per ogni divisione ci sono dei responsabili. A me spetta l’ultimo ok.
Facevo il tecnico e oggi parlo tranquillamente con i dirigenti come con l’ultimo dei nostri apprendisti: l’azienda è fatta dalle persone».

Cerca personale?
«Purché abbia un diploma in telecomunicazioni. Stiamo incontrando anche qualche laureato e siamo sempre alla ricerca di commerciali qualificati. Abbiamo ragazzi di vent ’anni che a volte fanno la differenza su quelli di trenta o trentacinque. Quando mi dicono che i ragazzi di oggi sono tutti lazzaroni penso che forse
qui siamo molto fortunati».

 

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Planetel apre store a Bussolengo

Netweek
19/05/2018

Planetel apre uno store con Digital Idea

Da l l’estate scorsa anche i bussolenghesi hanno ha disposizione la fibra ottica, la nuova tecnologia per navigare su internet in modo veloce e conveniente. E questo grazie alla rete Planetel, società di telecomunicazioni bergamasca con 20 anni di esperienza, che ha una sede proprio qui a Bussolengo.

Ma presto, oltre agli uffici a Festara Vecchia in via Pietro Vassanelli 13, raddoppierà la sua presenza in città. Infatti, in piazza dello Zodiaco, al 34, aprirà la nuova sede di Digital Idea, società specializzata in servizi informatici che collabora con Planetel. Un nuovo punto di contatto diretto a disposizione, entro giugno, di tutti, in particolare delle imprese.

Oltre che a Bussolengo, la società di telecomunicazioni opera già in una decina di comuni della nostra provincia, come Castelnuovo, Lazise, Pastrengo, Bardolino, Garda, Affi, Costermano, Cavaion e Sona. Mentre in provincia di Bergamo i comuni serviti sono oltre 40.
Planetel è una importante realtà locale che si pone anche l’obiettivo di colmare il cosiddetto digital divide, il divario tra chi può accedere e utilizzare le nuove tecnologie di comunicazione e chi ne è escluso. L’attenzione della società bergamasca è rivolta in particolare e sopratutto a cittadini e imprese dei comuni della provincia, spesso ignorati dai grandi operatori. Un’attenzione che la società bergamasca pone anche nella relazione con associazioni di volontariato o sportive, offrendo convenzioni particolari che sono state già avviate in altri comuni serviti.

Questo tipo di servizio viene utilizzato anche dalle amministrazioni comunali per le aree pubbliche, attraverso un accesso wifi veloce ed efficiente. Poi, molti operatori turistici sul lago si avvalgono di questa società per fornire una connessione gratuita e soddisfacente a turisti e clienti.

Proprio per la sua presenza locale, Planetel garantisce un servizio di assistenza dedicato con operatori qualificati e gestito direttamente dalla sede di Bussolengo. Inoltre, con la continua espansione sul territorio il servizio clienti è stato potenziato, ora disponibile sette giorni su sette dalle 8.00 alle 21.00.

 

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Paratico: arriva la fibra ottica

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